E mentre miglioro non posso che pensare alla mamma. Alla persona che ha sofferto più di tutti della mia disabilità. Più di quanto ne abbia sofferto io. Mi viene in mente all’ospedale quando veniva a trovarmi in camera sterile nonostante fossi letteralmente stordito dalla chemioterapia a megadosi che mi serviva per prepararmi dal trapianto di midollo. Veniva in ospedale e le bastava stare lì a guardarmi.
Ho scoperto poi che aveva paura che morissi. E invece no. Sono ancora qui grazie anche alla mamma. Grazie a quello che mi ha insegnato della vita. Dall’umiltà per non credermi onnipotente, alla forza, l’esempio che mi ha sempre dato. La forza di sopportare, la forza e il coraggio di reagire.

Quello che ha sopportato per me, quello che ha fatto per me è incalcolabile. E mi piace l’idea che mi stia guardando con i suoi grandi occhi commossa perché sto migliorando “Non so se mi senti, mamma, né so se quello che mi sta accadendo è merito tuo. Ma questo è per te!”
Buongiorno, seguo sempre con molto interesse i suoi articoli. In questo dedicato alla sua mamma leggo che Lei sta migliorando. Vorrei sapere con quali cure. Mio figlio di 39 anni ha la CIDP da una decina d’anni.
Sperando in una risposta da parte sua, saluti cordiali,
Michela Pentimalli
Buonasera Michela. Mi dispiace dirle, e lo dico con un certo imbarazzo, che non c’è nulla che giustifichi i miglioramenti. Non ho cambiato terapie, non ho aumentato o diminuito i dosaggi o l’orario delle somministrazioni. Non riesco a capire neanch’io come mai sto migliorando. Un miglioramento tra l’altro che di una velocità mai sperimentata. Sono consapevoli che il miglioramento può essere temporaneo. Spero di non averla delusa con la mia risposta. Un grande in bocca al lupo a suo figlio e soprattutto a lei. Buona serata, Riccardo
Grazie della risposta, Riccardo. Spero per lei che il miglioramento sia permanente. Ho visto il video e sono rimasta veramente sorpresa.