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“Dialoghi con i badanti” sono conversazioni surreali realmente avvenute tra me e i badanti. Non farò mai riferimento a un badante specifico (se uso un nome è sempre di fantasia) perché sono conversazioni ricorrenti. Non ci crederete ma è accaduto più volte con qualche badante. Alle volte con più badanti!

DIALOGHI CON I BADANTI: RICORDARSI DI…

(In sede di colloquio ogni badante viene informato che una parte prevalente delle sue mansioni sono del domestico. Quando viene scelto le mansioni gli vengono spiegate con una precisione maniacale, una seconda volta). 

“… e, cosa importante, quando si accorge che la confezione di un prodotto come il dentifricio, il bagnoschiuma, la cartina igienica – che enfatizzo con un tono di voce più grave – un detersivo, i biscotti, il succo di frutta, sta finendo avvisi mia moglie che li comprerà quando farà la prossima spesa”.

“Ho capito”. Il badante, neo assunto, risponde prontamente. Almeno sembra.

“Bene. Cominciamo domani mattina”.

(10 giorni dopo)

“Signor Riccardo, ricordi a sua moglie di comprare il dentifricio”.

“Ignazio, le ho già spiegato che non deve dirlo a me, ma direttamente a Nelly. È di là, in cucina,… “.

(Passano alcuni giorni)

“Ignazio, si sta dimenticando di mettermi il dentifricio…”.

“È finito, signor Riccardo”.

“Di già? Ma quanto ne ha comprato Nelly? ”

“Non l’ha comprato, signor Riccardo”. Ignazio è serafico. Fin troppo.

“Ma lei ha detto a Nelly che era finito? ”

“Certo”. Ignazio risponde tranquillo. Fin troppo.

“Quando? ”

Ignazio mi ricorda correttamente l’episodio della cucina.

“Ma da quella volta sarà andata al supermercato almeno altre tre volte…”.

“Lo so”. Un tono sottilmente impertinente fa capolino..

“Non poteva ricordarglielo ancora? ”

“Guardi signor Riccardo… Io ho l’abitudine di ricordare le cose agli altri una sola volta…” Ignazio risponde con un mezzo sospiro.

(Fine mese, tempo di stipendio)

“Signor Riccardo, si ricordi il mio stipendio”

“Certo Ignazio”.

Due giorni dopo non ho ancora consegnato l’assegno a Ignazio.

“Signor Riccardo, si ricorda del mio stipendio?”

“Ignazio, è la seconda volta che me lo ricorda”.

“Si”.

“Ma lei non è abituato a ricordare le cose agli altri una volta sola? ”

“Certo”, risponde Ignazio con convinzione granitica.

“Mi spieghi allora perché mi sta ricordando lo stipendio per la seconda volta… “.

Ignazio mi fissa senza rispondere. Gli occhi vuoti. La bocca socchiusa. L’espressione inebetita.

 

(2006-2012)

DIALOGHI CON I BADANTI: LA FINESTRA

Il rientro a casa dopo una dura giornata di lavoro è una benedizione. Sono stanco. Non vedo l’ora di arrivare, cambiarmi con l’aiuto del badante, e buttarmi sul divano. Non ho parlato per tutto il tragitto. Preservo ogni stilla di energia residua per chiacchierare con Nelly quando rientra.

Arriviamo a casa. Parcheggiamo nel posto macchine nel nostro giardino. Entriamo in casa. Appoggiato al badante, punto verso la camera. Con decisione.

Qualcosa attrae la mia attenzione. Qualcosa fuori posto. Mi fermo. Mi guardo in giro. Ed eccola. La finestra! La finestra è aperta! Viviamo a piano terra e questo esce di casa lasciando la finestra aperta! Do fondo a tutte le riserve di energia. Faccio appello a tutta la mia pazienza.

“Ha lasciato la finestra aperta”. Esordisco fingendo di essere distratto.

“Si”. Il badante risponde convinto. Come fosse ovvio lasciare la finestra aperta quando si esce di casa”.

“Ma – azzardo – ha fatto apposta?”

“No”. Il badante risponde convinto. Come fosse ovvio chiudere la finestra quando si esce di casa.

“Scusi”. Continuo.

“Si”.

“Lei a che piano abita?”

“Terzo”

“Quando esce di casa come lascia le finestre?”

“Chiuse”.

“Sempre?”

“Si”. Il badante risponde sempre senza esitazione. Deciso. Convinto.

“Perché?”

Il badante mi guarda con l’espressione di chi sta pensando: “che cazzo di domanda mi stai facendo? È così ovvio! E te lo devi anche far spiegare…”.

“Perché è pericoloso lasciarle aperte. Perché potrebbe entrare qualcuno…”.

“E perché a casa mia che è anche a pian terreno non lo fa?!”

Il badante mi guarda confuso. C’è qualcosa nel ragionamento che non gli torna. E non riesce a capire cosa sta sia. Non riesce neanche a farmi una domanda. Continuo io.

“Le finestre si chiudono sempre”. Scandisco bene le parole. “Chiaro?” Concludo alzando la voce.

“Si”. Il badante risponde deciso. E continua. “Mi scusi, non lo sapevo”.

“Sei un idiota”, penso mentre lo guardo cercando di rimanere impassibile.

La stessa sera lancio l’annuncio per selezionare un nuovo badante. La settimana successiva arriva il nuovo badante. L’altro è durato tre settimane.

(2006-2012)