“Cazzo…”. Incomincio a perdere la pazienza. È il quarto tentativo. Fallito. Come i precedenti. Tutte le volte lo spazzolino da denti è caduto sul fianco. Urtato dal tubetto del dentifricio.
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"TI PORTO IN VACANZA" – PAROS
“Quest’estate ti porto in vacanza. Andiamo a Paros”. L’espressione irremovibile di chi ha preso una decisione irrevocabile. “Non puoi continuare a passare le estati a Milano… E non mi rompere i coglioni con il fatto che non riesci a vestirti, ti aiuto io”. Gli occhi di Ugo sono piantati nei miei, pronti ad aggredire la minima contestazione. Che non mi azzardo a pronunciare.
UGO, L’AMICIZIA VOLUTA E STUDIARE FINANZA AL BESTA.
Prima leggi: Ricky non si devestancare.
Sono prigioniero della risposta. Non posso voltarmi e andare come vorrei fare. La domanda è detestabile. Chiunque me la rivolga. Le amicizie crescono naturalmente. Non si pianificano a tavolino. Ugo ha scelto il momento giusto. La risalita in seggiovia, quella più lunga.
“Guarda Ugo. Albert ed io siamo amici perché lo siamo diventati, non perché l’abbiamo programmato. Se noi diventeremo amici lo saremo in modo diverso, cerca di capire questo semplice fatto. Comunque non so se lo diventeremo, ce lo dirà il tempo. E a prescindere da tutto la tua domanda è contraria a qualsiasi mia idea di amicizia”. Restituisco la frustrazione che è prossima all’incazzatura per il pensiero di essere stato intrappolato.
“Facciamo che ti aiuto a preparare finanza”. Finanza è l’indirizzo scelto da Ugo.
Mi siedo. Senza dire nulla. Iniziamo subito e lavoriamo fino all’orario di ricevimento.
MAI SCHERZARE CON LA MALATTIA (parte 2)
PRIMA LEGGI: MAI GIOCARE CON LA MALATTIA (parte 1)
Sabato mattina entro nel reparto di neurologia al DIMER. Mi stanno aspettando. Incominciamo immediatamente. Ago in vena. Immunoglobuline in circolo. Io sono inchiodato a letto. Mi guardo intorno. La stanza del pronto soccorso è più spoglia delle altre. È una camera singola. Poco male. Anzi meglio. Leggerò indisturbato. Incrocio la mensola della TV sul muro di fronte al letto. Vuota. Il sabato non si prenotano né la televisione né il telefono. Addio Gran Premio di Montecarlo. Da quando sono stato contagiato dalla passione per la Formula 1 non ne ho mai perso uno.
“Cosa cazzo ci fai qui alle 11:00?”.
Risponde con un ghigno di soddisfazione e compiacimento mentre mi mostra un borsone con la cerniera aperta e coperta dal suo giubbotto di renna. Guardo cercando di capire.
“E secondo te ti lascio chiuso qui dentro due giorni senza vedere il Gran Premio di Montecarlo?”. La televisione! Ugo mi ha portato la sua televisione che, combinazione, è identica a quelle che il San Raffaele affitta. La installa sulla mensola. Collega i cavi. La accende. Funziona. Sul muro, alla destra della televisione, campeggia un cartello con su scritto:
“Se lo dici un’altra volta ti becchi un vaffa …”, Il nostro modo di dirci grazie.