Prima leggi: LAVORO E DISABILITA’ (parte 1) … trasparenza a tutti i costi
Disabilità e lavoro. Il binomio non è dei migliori. La percezione è che il costo aziendale sia superiore al “rendimento”. A meno che il disabile venga garantito, trovare lavoro è difficile. Negli anni novanta era così. Oggi, l’opera di sensibilizzazione sul ruolo del disabile nella società sta cominciando a far passare l’idea che contribuisca ai risultati aziendali.
Sono alcuni mesi che in MGD le cose non funzionano. L’agenzia si sta perdendo smalto. Non riesce più a pensare in prospettiva. I rapporti personali rischiano di compromettersi. E dopo tre anni sto per passare di moda. È più di un sensazione. È arrivato il momento di andare, tagliare il cordone ombelicale con il mio primo vero lavoro, prima che nascano i conflitti. Mi affido a un cacciatore di teste. Le condizioni sono favorevoli. Le competenze ci sono: ufficio stampa, comunicazione al mercato finanziario, strategia, capacità di attrarre nuovi clienti. L’esperienza pure. E lo scenario è favorevole: le agenzie di relazioni pubbliche stanno creando o rafforzando le divisioni di comunicazione istituzionale e finanziaria.
I colloqui non si fanno attendere. Vengo ricevuto da un direttore che mi scandaglia e mi torchia. I problemi alle mani sono ancora difficili da cogliere al volo. Li nascondo facilmente e mi guardo bene dal renderli palesi. Nella settimana successiva sono seduto di fronte all’amministratore delegato. Il colloquio ha successo. Fino alla fatidica domanda:
“mi parli di un suo pregio e di un suo difetto”.
L’ho sempre trovata una domanda idiota. Chi, a parte pochi, ha la personalità per tirarsi una vera zappata sui piedi? Mi sono sempre chiesto quanto chi la pone crede alle risposte che si sente dare. Nella sua assurdità mi fa gioco perché la scelgo come il momento per essere trasparente sulla CIDP.Sui deficit che comporta al lavoro. Sul mio modo di affrontarla. Sul mio modo di lavorare. Da una assunzione quasi certa, l’agenzia non si fa più sentire. Capiterà tre volte. Con alcune tra le più prestigiose agenzie d’Italia. Il messaggio del mercato è chiaro: devo cavarmela da solo. Lascio MGD per un anno sabbatico. È arrivato il momento di prendere la laurea. Dopo quattro mesi mi chiama Emmanuelle. Incomincio inDow Jones.
I diciotto mesi di consulenza in Dow Jones come responsabile delle relazioni esterne stanno per terminare quando Bridge Information Systems ne annuncia l’acquisizione. Intuisco che il mio contratto non verrà rinnovato. Cosa che mi viene annunciata dall’amministratore delegato poche settimane dopo. Poco male. Ho già compiuto il salto.
Costituisco Strike Communications con mio fratello al quale, un anno dopo, subentrerà Romana. Il nome si ispira al soprannome che mi viene dato in Dow Jones da alcuni colleghi: Mr. Wolf. Perché risolvo i problemi. Come il personaggio di Pulp Fiction.
Strike è un’altra risposta alla vita. Alla CIDP. È l’annuncio che ci sono. Che non mi tiro indietro. Che tutto dipende da me. È l’affermazione della mia autonomia professionale e di vita.
(1996, circa)
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