PRIMA LEGGI: La proposta più importante
Un marito non può definirsi tale se non dimentica due date: il compleanno della moglie e l’anniversario di nozze. Prima di sposarmi cerco qualche motivo per cui io possa essere immune a questa sindrome. Non ne trovo. Ricordarmi del compleanno di Nelly sarà abbastanza facile. L’11 settembre è una giornata impressa nella memoria di ogni atomo del pianeta. Alla peggio saranno i giornali del giorno prima a far scattare le mie sinapsi.
L’anniversario di nozze sarà un problema da gestire con abilità mentre gli anni passeranno. A meno che …. A meno che ci sposiamo il giorno del mio compleanno. Lo propongo a Nelly spiegandole il motivo in piena trasparenza. Accetta. Convinta, ma non troppo. Fantastico. Problema risolto. Mi sono meritato un’altra volta il soprannome di Mr. Wolf.
13 novembre. Entro in ufficio appoggiato al badante. Procedo a passo di marcia verso la
mia postazione urlando grazie a Boris, William, Ally e Pierluigi che mi lanciano gli auguri. Ci aspetta una giornata infernale. Consegne. Ricerche da far accelerare. La riunione del pomeriggio con Ninfa da finire di preparare.
“Ping”. Il cellulare mi avvisa dell’arrivo di un SMS. Allungo lo sguardo verso lo schermo. È di Ninfa. La prima riga del messaggio recita: “appuntamento confermato. Ricordati di …” Non ho tempo di aprire l’SMS e leggere il resto. Qualsiasi cosa sia me la dirà oggi pomeriggio.
La tensione cresce. Ricevo più telefonate del previsto e comincio a essere in ritardo. Un clic impercettibile, lontano, mi rimbomba in testa come un frastuono. La maniglia della porta dell’ufficio è scattata.
“Chi cazzo è…” penso, pregando che non sia per me.
“Ciao!”. Inconfondibile. Familiare. Allegro e solare. È il ciao di Nelly. Lo adoro, ma questo non è il momento.
Un attimo dopo è nella mia stanza. Il sorriso luminoso, sempre. Gli occhi, anche loro. Quasi. Stamattina hanno un’ombra che non conosco. La mente comincia a combattere tra il lavoro e Nelly. Per scoprire perché ha quel velo impercettibile sugli occhi. Prevale il lavoro.
“Dimmi Mon Amour. Scusa ma sono incasinatissimo…”. Scandisco bene le parole.
Sopra il sorriso luminoso, dietro il velo, gli occhi si stringono impercettibilmente.
“Non ti stai dimenticando qualcosa?” È incavolata. E lo sta nascondendo.
“Cosa?” Rispondo quasi per prendere tempo.
“Non ti stai dimenticando qualcosa?”
“Cosa mi sto dimenticando, Nelly?” Un senso di incazzatura comincia a fare capolino.
“Ah, se non lo sai tu?”
Ora basta. Non mi sto dimenticando niente. Non ho tempo da perdere. E adesso metto fine a questa storia.
“Senti Nelly… Non so se mi sto dimenticando qualcosa. Se pensi di sì, dimmi cos’è. Così facciamo prima. Ho una giornata incasinata. E non ho tempo da perdere”. Le pianto gli occhi addosso.
“Non so… Vedi un po’ tu… Magari il nostro anniversario?”
Avrei preferito uno schiaffo. Un pugno. Rimango interdetto. Mortificato. L’ho combinata grossa. Talmente grossa che anche le parole si rifiutano di venire in mio soccorso.
“Ninfa, ho fatto incazzare Nelly”
“Cioè…”
“Mi sono dimenticato il nostro anniversario”. E le racconto la mia umiliante prestazione.
“Ma, Ricky, ti ho mandato un SMS?”
“Si, mi confermarvi l’appuntamento…”
“Non l’hai letto tutto…”
Prendo il cellulare. Mi destreggio tra i menù nonostante le dita praticamente inutilizzabili. Trovo l’SMS. Lo apro.
“Cazzo! Che pirla…”.
“… fare gli auguri a Nelly per l’anniversario. Siamo al mercato insieme e si sta arrabbiando”… continuava l’SMS.
“Ricky! E leggili ‘sti SMS!”
(Novembre 2008)